Il Parco Geominerario


Nel 1997 l’UNESCO ha decretato la nascita della ‘Rete Mondiale dei GEOSITI-GEOPARCHI’, creata al fine di valorizzare, quale elemento di unicità, distintivo di un territorio e della sua cultura, le aree minerarie e le loro inestimabili risorse.

La Sardegna è stimata, a livello internazionale, per la ricchezza e l’eterogeneità della sua geologia, dei siti e dei giacimenti minerari disseminati sul suo territorio.
Tutte le ere geologiche, dal Periodo Precambriano in poi, sono ampiamente testimoniate dal ritrovamento nell’Isola di un ingente patrimonio di fossili e minerali, le cui peculiarità sono documentate da numerosi studi e pubblicazioni, sia a livello nazionale che internazionale.

La presenza delle suddette potenzialità, ancora in parte inespresse, ha persuaso la Regione Autonoma della Sardegna, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali ed il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato a sottoscrivere un’intesa che ha portato, nell’ottobre del 2001, all’istituzione del Parco Geominerario della Sardegna.

L’area del Sarrabus-Gerrei, dopo quella del Sulcis-Iglesiente, è per estensione la più rappresentativa del Parco, con 575 kmq (15% della Sup.Tot).
Fin dal Periodo Punico, nelle sue miniere si estraevano: piombo, zinco, stagno, ferro e argento.

Dal punto di vista dello sviluppo locale, innumerevoli sono le potenzialità offerte dalla creazione del Parco, soprattutto ai fini della valorizzazione sostenibile delle inestimebili risorse turistiche, naturali-paesaggistiche, culturali e del ‘saper fare’ locale presenti nelle zone coinvolte.
 

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