Archeologia


Le prime e più concrete tracce della presenza dell’uomo in Sardegna risalgono al Paleolitico Inferiore. In tale periodo gli insediamenti umani si sviluppavano soprattutto in ripari che fossero di grandi dimensioni, prossimi a corsi d’acqua e che offrissero la necessaria protezione da intemperie e da animali selvatici.

Nei dintorni di Villaputzu, il Monte del castello di Quirra costituisce un esempio di insediamento Paleolitico di carattere abitativo, sebbene sia plausibile vi siano anche delle sepolture.

Il Monte presenta una serie di sette cavità ( Is Stampus de su monti ‘e su casteddu) disposte su due livelli, dove sono stati rinvenuti ( Stampu VI) reperti che attestano la presenza di insediamenti risalenti non solo al Paleolitico, ma ascrivibili anche al Neolitico Antico, al Neolitico Recente, al Bronzo Antico, al Bronzo medio, fino a giungere in età storica, a insediamenti romani e medievali.

Durante il Neolitico Medio, la presenza dell’uomo nella nostra zona d’interesse, è invece provata dal rinvenimento di alcuni oggetti relativi alla cosidetta “Cultura di Bonu Ighinu” nella grotta funeraria situata in località S’Oru, all’interno della quale, a conferma della sua natura di sepoltura, sono stati ritrovati frammenti di resti ossei la cui natura è da ritenersi umana.

Nel Neolitico Recente la presenza dell’uomo risulta rafforzata, così come attestano i ritrovamenti oltre che nella Grotta del M.te del Castello di Quirra, in località S’Oru, dove si era sviluppato un insediamento, riconducibile alla “Cultura di Ozieri”, al quale va collegata la sepoltura ipogeica (Domus de Janas), tipica di questo periodo, poco distante.

Nella pianura di S’Acciou, sono stati egualmente rinvenuti reperti che ci riconducono alla presenza di un insediamento.

Nella stessa zona si puo’ anche ammirare un’altra esempio di sepoltura ipogeica. Ascrivibili al Neolitico Recente sono anche le testimonianze della “Cultura dei Circoli Megalitici”, documentata dall’ancora integro circolo megalitico di Casa Forrus, a Nord del M.te del Castello di Quirra, e dai resti di un complesso di Menhirs disposti in circolo in località Annunziata.

Con l’Età del Bronzo, si sviluppa la Civilta Nuragica, che prende il suo nome dai nuraghe, le imponenti torri in pietra destinate a uso abitativo ma forse anche di fortezza, caratteristiche di questo periodo.

Nelle vicinanze di Villaputzu gli esempi di questo tipo di insediamento non sono numerosissime e sono localizzate nella zona montuosa che costeggia la pianura percorsa dal Rio di Quirra.

Segnaliamo i nuraghi semplici (costituiti cioè da un’unica torre) di S. Lorenzo e Monte Arrubio, e quelli complessi (costituiti da un nuraghe principale attorniati da altri nuraghi uniti da possenti cinte murarie) del Monte del Castello di Quirra, di Sa Pudda e di Miura.

La zona di Villaputzu offre inoltre una peculiare tipologia di Pseudonuraghe, un tipo di costruzione megalitica che prelude alla comparsa dei nuraghi e che veniva edificata sulla sommità di erte colline in prossimità del villaggio, in modo tale che potesse essere visibile solo da breve distanza.

Gli pseudonuraghi presenti in questa zona sono caratterizzati da torri di pianta circolare, ingresso architravato, corridoio coperto e sommità chiusa mediante una pseudocupola.

Espressione della Civiltà Nuragica sono anche le costruzioni funerarie del tipo Tomba di Giganti, delle quali rimane testimonianza in località Riu Baccu Locci e in località San Giorgio, e quelle “a corridoio” delle quali si ha un esempio in prossimità del Riu Antas.

Le credenze naturalistiche del tempo e in particolare il culto delle acque si esprimevano nella costruzione dei Pozzi sacri nuragici, dei quali rimane una notevole testimonianza in località Is Pirois.

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